giovedì 6 aprile 2017

PALLBEARER: Heartless (Review)

DOOM METAL
Finalmente uno dei dischi più attesi dell’anno, finalmente Heartless dei Pallbearer. La band in meno di cinque anni è diventata un nome di punta nella scena doom mondiale, raggiungendo un pubblico oltre i confini del metal grazie anche all’endorsement di corazzate mediatiche come Pitchfork, NPR e accoliti hipster al seguito. Cosa aspettarsi quindi dal disco che sancirà il grande successo planetario, supportato dalla promozione a livello mondiale del colosso Nuclear Blast?
Potremmo parlare di quanto le chitarre siano affilate come coltelli nei momenti più infuocati e accarezzino in quelli più introspettivi. Di come la performance vocale risulti un’eccellenza assoluta nel genere o di come la sezione ritmica accompagni con precisione e tecnica encomiabile i moti ondivaghi di luci ed ombre sonore. Potremmo raccontare delle influenze e divagazioni più disparate presenti nei solchi di Heartless, come i riff maideniani nell’iniziale I Saw The End o gli assoli rubati ai Pink Floyd in Dancing in Madness. Potremmo limitarci a valutare il nuovo disco dei Pallbearer come un compendio di classic doom cesellato ad hoc nel suo incedere malinconico e poderoso. Musica fortemente materica capace di far sussultare la terra ma con lo sguardo rivolto verso l'empireo, un luogo immateriale come quello della dimensione esistenziale e delle inquietudini che la popolano. Due realtà in forte contrasto, connesse e battaglianti in una manifestazione luciferina e angelica che contemporaneamente seduce e trafigge. Ma ciò che emerge dopo ripetuti ascolti e dà valore a questo album è un fattore oltre la semplice esecuzione, un concetto troppo spesso dileggiato in ogni ambito, non solo in quello musicale: la coerenza. Heartless potrà riscuotere consensi o critiche, verrà definito un capolavoro assoluto o la semplice riproposizione di una formula consolidata e vincente, ristrutturata e ridipinta con toni meno grevi per compiacere la nuova etichetta teutonica. È innegabile però considerare il percorso dei quattro di Little Rock come un rinnovato atto di fede nella funzione inclusiva della loro musica: quella di stabilire un contatto trascendente con chi l’ascolta, di (provare ad) arrivare al suo cuore grazie alla centralità della questione emotiva presente in ogni brano, attraverso una continua ricerca tra le infinite sfumature del suono e della sofferenza umana. Impossibile quindi scindere questo album dal resto della discografia e confrontarlo con gli episodi precedenti: siamo di fronte al nuovo capitolo di un progetto titanico, di un manifesto di catarsi emotiva e sonora in cui lasciarsi cullare e per il quale ogni giudizio rimane sospeso. Più commerciale di Sorrow and Extinction? Meno ruvido di Foundations of Burden? Ha senso porsi domande del genere? Heartless riesce in maniera convincente nel compito di riempire ancora una volta gli interstizi dell’anima con un suono sempre cangiante, capace di virare dall’angoscia più nera alla meraviglia assoluta. Al cospetto di opere così stratificate è necessario superare il contesto musicale e saper scindere tra forma e poetica, tra semplice percezione e sensazione. I Pallbearer sono tra i pochi gruppi capaci di farsi carico dell’eredità dei Warning, capostipiti di quel classic doom emozionale che va a toccare le corde più intime dell’ascoltatore. Non musica lenta e dolorosa fine a sé stessa, ma elegia oltre il confine sonoro, che della musica sfrutta solo il mezzo per parlare d’altro, alla ricerca di un oltre interiore. Al di là delle ideologie stilistiche vi è soprattutto il lato concettuale ed emotivo, la creazione a ogni brano di una dimensione epica e onirica in cui emerge tutto il potenziale poetico della musica estrema. E i Pallbearer portano a casa il risultato alla grande. Sembra una contraddizione in termini, ma ancora una volta riescono a forgiare un doom orgogliosamente anacronistico, malinconico ma al contempo vivace, quasi rassicurante nelle sue armonie crepuscolari. La loro musica, anche in questo magnum opus chiamato Heartless, parte per un viaggio quasi metafisico alla scoperta di quelle forze oscure che agitano corpo e spirito dell’individuo. Se Sorrow And Extinction era l’album dello sconforto e Foundations Of Burden quello della rabbia, Heartless è il disco della consapevolezza dei propri mezzi e del proprio talento e della perseveranza nel seguire un percorso etico e sonoro di inequivocabile valore. Parafrasando il regista Andrej Tarkovskij, i Pallbearer “scolpiscono il tempo”, ne controllano l’andamento, al suo interno ricercano l’essenza finale dell’esistenza e la concretizzano nella forma musicale più consona, quel sound sepolcrale ed estatico che con Heartless li consacra e li fa entrare di diritto nel pantheon del doom metal contemporaneo.

TRACKLIST
  1. I Saw The End
  2. Thorns
  3. Lie Of Survival
  4. Dancing In Madness
  5. Cruel Road
  6. Heartless
  7. A Plea For Understanding
INFO
ANNO: 2017
LABEL: Profound Lore/Nuclear Blast
WEB: Website


PALLBEARER: I SAW THE END


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...