sabato 3 giugno 2017

ARBOURETUM: Song of the Rose (Review)

PSYCH FOLK
Condivido con voi una mia fissazione: ho sempre irrazionalmente considerato Arbouretum e Pontiak due band indissolubilmente legate tra loro. Certo, condividono la stessa etichetta, hanno fatto uno split insieme, i loro album escono spesso a ridosso e, volendo forzare un po' la mano, possiamo considerare entrambe le band come interpreti di diversi aspetti dell'America più autenticamente rurale. Probabile poi che si tratti giusto di una mia idea. Ma quando ho saputo che il loro nuovi album uscivano lo stesso giorno ho avuto voglia di gridare di gioia, non solo per il grande amore che provo per entrambe le band, ma soprattutto perchè avevo finalmente la prova inconfutabile di questo invisibile legame.
Excursus fantasiosi a parte, com'è questo nuovo album dei quattro del Maryland? Sicuramente più soft dei precedenti lavori, che ogni tanto lasciavano trapelare l'anima più oscura della band; più lento, difficile che riesca a convincere dal primo ascolto; nell'insieme più standard, molto più uniforme nella atmosfere dei vari brani, specialmente nella sua prima metà. Tutta una serie di caratteristiche che mi hanno fatto storcere un po' il naso, vista l'assenza di quei momenti in grado di mandarmi in uno stato di pura estasi bucolica, l'aspetto che più mi ha conquistato in album come The Gathering. Fortunatamente, proprio quando stavo per gettare la spugna, è arrivtoa un pezzo come Fall from an Eyrie, in cui David Heumann dà piena prova delle sue eccezionali qualità di interprete per quello che è sicuramente il picco artistico di questo nuovo lavoro, fortemente carico di pathos e di una bellezza difficilmente eguagliabile. Altrettanto di pregio la stupenda chiusura data da Woke Up on the Move, ballata malinconicamente folk in cui una splendida chitarra accompagna dolcemente l'ascoltatore alla conclusione del tutto.
Disco a mio parere sotto la media eccelsa a cui ci hanno abituato gli Arbouretum, nostante i due pezzi sopra citati siano comunque da annoverare tra le vette massime artisticamente raggiunte dalla band. Quest'anno però il mio derby immaginario lo vincono i Pontiak.


TRACKLIST
  1. Call Upon the Fire
  2. Comanche Moon
  3. Song of the Rose
  4. Absolution Songs
  5. Dirt Trails
  6. Fall from an Eyrie
  7. Mind Awake, Body Asleep
  8. Woke Up on the Move
INFO
ANNO: 2017
LABEL: Thrill Jockey Records
WEB: Facebook


ARBOURETUM: WOKE UP ON THE MOVE
 
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