martedì 6 giugno 2017

WHITE HILLS: Stop Mute Defeat (Review)

SPACE ROCK
La storia dei NewYorkesi White Hills (Dave W. ed Ego Sensation) è ricca di colpi di scena, partendo dagli esordi Hawkwindiani col fuzz impazzito che ha visto i nostri cimentarsi in prestazioni dall’elevatissimo tasso allucinogeno sino al culmine d’ispirazione che risponde al nome di Hp-1 (capolavoro già sfiorato tre anni con l’ omonimo album), sino ad arrivare ai colpi elettronici tinti di Kraut del precedente Walk For Motorist. Nel mezzo tanto caos psichedelico e marasmi mantrici non sempre dall’alto indice di gradimento. Cosa aspettarsi allora dal nuovo Stop Mute Defeat? Sarò sincero ero un po’ scettico su questo nuovo album, ma cliccando il tasto play i dubbi pian piano si sono diradati in favore di un pieno consenso. La band ha saputo confezionare un lavoro molto particolare ancora una volta, come tutta la loro discografia d'altronde, uno di quei dischi ibridi che, se azzeccata la giusta alchimia degli ingredienti, possono regalare solo soddisfazioni. Le forme psichedeliche si fanno malatissime, non facendo sconti o concessioni ad una forma canzone più consona ai canoni del mercato discografico.
I suoni Hawkwindiani fanno ancora la loro comparsa nell'opener Overload (il pezzo che gli stessi ultimi Hawkwind cercano di scrivere disperatamente) o nella successiva A Thrick of the Mind, ma lo fanno optando per un assalto glaciale piuttosto che con un attacco più lento, elettrico e debordante come avveniva in passato. Il tutto va ovviamente a cozzare con l’ancor più fredda psichedelia elettronica della successiva Importance 101, mentre Attack Mode sembra l'anello di congiunzione tra Rob Zombie e i Black Angels. If…1…2 è un lungo incubo Electro/Psych fatto di visioni distorte, voci filtrate e Sinth taglienti e alienanti, ma è con la successiva Sugar Hill che si raggiunge l'apice del disco grazie a beat new wave inondati di acida paranoia urbana.  Stesso apice qualitativo per l'oscura e paranoica ciclicità di Entertainer che sembra uscita dalla penna dei Diary of Dreams in pieno trip allucinogeno. A chiudere il cerchio ci pensa la titletrack, dove è ancora l’elettronica a farla da padrona in modo subdolo, mai scontato o banale. Cos'altro dire? Seppur in forma diversa la sostanza non cambia, psichedelici e malati come sempre i nostri sono riusciti a sfornare il miglior album dai tempi di Hp-1 La Thrill Jockey ha fatto centro puntando ancora una volta sul duo americano, il quale ha già pianificato un lungo tour che li vedrà impegnati in Italia con ben sei date. Non vi resta che andarli a vedere in azione…io sarò a Roma e voi? 

TRACKLIST:

01. Overload
02. A Trick of the Mind
03. Importance 101
04. Attack Mode
05. If...1...2
06. Sugar Hill
07. Entertainer
08. Stop Mute Defeat

INFO:

ANNO: 2017
LABEL: Thrill Jockey
WEB: White Hills


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